Un s pó andè in paradis a dispèt di Sènt

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Giuvidè znòv Fèbrèr
(Giovedì 19 Febbraio)
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Un s pó andè in paradis a dispèt di Sènt!.
(Non si può andare in paradiso a dispetto dei Santi!.Non si può volere ora ciò che si è avversato per una vita intera.)
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Um pèr che um sia pasè sóra la mòrta!.
(Mi sembra che mi sia passata sopra la morte!.quando una persona veniva colta da n forte,rapido brivido!.)
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Quèl l’ha i sòld ènca t’àl budèli !.
(Quello ha i soldi anche nelle budella!.)
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Us è magnè ràn e savóun!.
(Si è mangiato ranno e sapone!.Il ranno era cenere mista ad acqua che serviva per fare il bucato.Mangiarsi anche quello era il massimo della miseria.)
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Ho sèmpra zughè,ho ènca vint,guardè cumè che a só dipint!.
(Ho sempre giocato,ho anche vinto,guardate come sono dipinto!.Il detto si riferisce al fante di coppe,la più piccola delle briscole vestite che con i suoi vivaci colori raffigura il rischio del gioco.È infatti risaputo che il gioco d’azzardo non paga mai!.)
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E ciapèva caz per féscie!.
(Prendeva cazzo per fischio!.
Si riteneva fosse capitato ad un prete che era andato,in un paese vicino,a confessare.Le donne confessavano di essersi fatte fischiare per cui dava loro modeste penitenze fino a che la perpetua non gli riferì l’usanza del luogo!!.)
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Bòna zurnèda ma tót!.
(Buona giornata a tutti!.)
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Sa vól di la parola”SCMÈNTÈ”?
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Renato Fattori

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