L’è andè fra e bóst e la camisa

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Martidè diès Fèbrèr
(Martedì dieci Febbraio)
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L’è andè fra e bóst e la camisa.
(È andato fra il busto e la camicia.Serviva a definire un mangiare estremamente leggero.)
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Lasmni un plèch.
(Lasciamene un poco di ciò che mangi.)
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A sèm fradèl te prighè,nó te bè e te magnè.
(Siamo fratelli nel pregare,non nel bere e nel mangiare.)
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L’èg e la pzöla i mantèin una famiöla!.
(L’ago e la pezzuola mantengono una famigliola!.Una volta gli indumenti sì rammendavano e,quando non era più possibile farlo,l’indumento serviva per ricavare le pezzuole per rammendare altri indumenti.)
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In campagna i chèmp iè pin ad èrbi sidbadghè.
(In campagna i campi sono pieni di erbe selvatiche.)
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Sl’èrba ad San Zvàn us fasèva “l’òunt de fóg”.
(Con l’erba di San Giovanni si faceva”l’unto del fuoco”.Il giorno di San Giovanni(24 Giugno)si raccoglievano i fiori dell’erba”Iperico Pilatro”,si mettevano a macerare,con l’olio, in una bottiglia e si otteneva l’unguento per curare le scottature.
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Bòna zurnèda ma tót !.
(Buona giornata a tutti!.)
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Sa vól di la parola”PÈDGA”?

Renato Fattori

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