Parole in dialetto romagnolo

Ricerca aziende, ristoranti, professioni e spiagge in Romagna

La lingua romagnola, derivante dal gallo-italico, è caratterizzata dal valore delle consonanti che conferiscono al fraseggio la sua originalità. Essa ricorda un mondo e uno stile di vita, fatti di campagna e piccoli borghi, che purtroppo sta gradualmente scomparendo. I momenti occasionali in cui questo stile riaffiora li possiamo gustare in presenza dei nostri compaesani più attempati, i nostri nonni e prozii, che ancora oggi si dilettano in un dialetto a volte buffo, a volte incomprensibile.

Questo dialetto si compone di parole che metterebbero a dura prova anche il traduttore più ardito, dal momento che alcune di esse non hanno un riscontro diretto con le lingue straniere, ma appartengono a quel micro-cosmo di vizi, virtù e modi di fare tipicamente romagnoli.

Questi termini hanno richiesto secoli per venire accettati e condivisi pubblicamente. Noi ve ne citiamo alcune tra quelle più famosi:

 

  • PATACA: decisamente uno dei vocaboli più utilizzati in Romagna, esso trova corrispondenza con gli analoghi e universali sciocco e ingenuo
  • SBURON o SBORONE: parola dalla dubbia etimologia, il significato attribuitole è quello di sbruffone ed esibizionista
  • VALÀ: unione delle parole va e , il termine viene adoperato come risposta a qualunque forma di offesa o ragionamento
  •  PIE o PIDA: sinonimi di piada, il prodotto alimentare romagnolo per eccellenza
  •  CUTVEGNA: da tradurre letteralmente come che ti venisse (un colpo), è la tipica parola di “augurio”,  non proprio benevolo, dei romagnoli
  •  INCICIUÌ o INZURLÌ: il termine significa diventato come un chiurlo, e si usa per riferirsi a una persona sorpresa, sbalordita per qualcosa
  •  BURDÉL: si usa per riferirsi a un ragazzo, ma il significato più antico deriva dal latino burdus (mulo), come a voler sottolineare la non-purezza del nostro interlocutore
  •  SVARNAZA: il significato che le attribuiamo è quello di sfaticato, scansafatiche
  •  IGNURANTAZ: emblema della schiettezza romagnola, il termine si usa per appellarsi ad una persona che riteniamo molto ignorante

Potrebbero interessarti:

porto canale di Rimini
Dialetto e tradizioni

Zòbia vint Nuvèmbre

Zòbia vint Nuvèmbre (Giovedì 20 Novembre) ———– Da burdèl um piasèva fèm lichè la mèna da la lèngua róvda de vidèl!. (Da bambino mi piaceva

LEGGI TUTTO »
Dialetto e tradizioni

E’ CUCHÈL

E’ CUCHÈL Vést ma tèra e’ cuchèl u n’è miga tènt bèl l’ è tòz, un pò šgrazièd, us mòv da scumbinèd. Biènc e griš

LEGGI TUTTO »

2 commenti su “Parole in dialetto romagnolo”

  1. giovanni luisè

    SBUROUN viene dall’italiano BORIOSO, pieno di boria esibita.

I commenti sono chiusi.

Torna su
acque salate banner